lunedì 24 febbraio 2014

SANREMO 2014: TREMENDO,TERRIFICANTE, TERRIBILE!

Cosa mi fossi fumato lo scorso anno per parlar bene di Fazio e della Littizzetto, Dio solo lo sa… In effetti, ora che sono rinsavito, mi rendo conto di come questa coppia – impropriamente paragonata ai mitici Vianello / Mondaini – e nuovamente al timone della manifestazione canora più importante di sempre, vada un tantino ridimensionata. Lui ha la presenza scenica di un invertebrato, la faccia da tonto e battute talmente buoniste da far sembrare DJ Francesco un criminale di prima categoria; lei, una sorta di Cita dei giorni nostri con tanto di decolorazione, voce stridula e parlata volgare, neanche quando presentava i vari cantanti/direttori d’orchestra ha smesso per un secondo di fare la deficiente. E li hanno pure pagati per rovinare quel che già restava del Festival. Ma veniamo alla manifestazione in se: come lo scorso anno due brani per cantante, uno dei quali inutile, poiché immediatamente eliminato per far sì che il prescelto (attraverso il televoto) potesse accedere di diritto alla finale. Geniale come la gente sappia scegliere i capolavori: le uniche canzoni davvero belle, “Invisibili” di Cristiano de André, “Un abbraccio unico” di Ron e “Un uomo è vivo“ di Frankie HI NRG MC sono state fatte fuori al primo colpo. De Andrè si è rifatto con il premio della critica specializzata, che ha voluto sottolineare la profondità di una canzone neanche troppo vagamente in stile Gotye. Comunque, oltre a questi brani, qualcosa di decente si è sentito: gli ironici Perturbazione, Riccardo Sinigallia (poi escluso perché il brano presentato era già stato eseguito, condizione secondo regolamento inaccettabile), l’allegria di Giuliano Palma, con una canzone molto ‘Nina Zilli style’, Noemi, Giusy Ferreri in cerca di rilancio… ma alla fine a spuntarla è stata Arisa, con “Controvento”, pezzo indubbiamente fischiettabile ma davvero bruttino, specie se paragonato all’ottima “La notte”, con cui Rosalba (Pippa, n.d.r., il vero nome di Arisa) arrivò seconda due anni fa. A mandarla in vetta, dato che le prime proiezioni davano in testa il favorito della vigilia Francesco Renga (votatissimo dal pubblico a casa, femminile soprattutto), ci ha pensato la giuria di “qualità”, capitanata nientemeno che da un regista cinematografico: Paolo Virzì. Eppure qualcosa devono averci capito se hanno evitato che il riccioluto marito di Ambra si accaparrasse la prestigiosa statuetta per la seconda volta; proprio lui, un tempo vocalist di una rock band di quelle con gli attributi, i gloriosi Timoria, ora invitato in diretta da Kekko Silvestre ad aprire i concerti dei Modà; che triste destino! E Antonella Ruggiero, cosa c’entrava con il Festival? Da quando ha abbandonato i Matia Bazar ci è tornata ripetutamente; peccato che invece che portarci buone canzoni ogni volta pare intenzionata più che altro a dimostrare quali straordinari vocalizzi sia in grado di fare con il risultato che, quest’anno in modo particolare, i pezzi proposti fossero davvero orrendi. Vien quindi da chiedersi: con delle canzoni simili che mercato può avere una come lei nell’attuale panorama musicale italiano? Risposte a cui solo Fazio potrebbe rispondere dato che, a quanto pare, l’ha insistentemente voluta fra i partecipanti. E il caro Fabio, che prima dell’inizio della kermesse andava sbandierando un po’ ovunque la sua intenzione di riportare i giovani al Festival, fra gli altri ha chiamato sul palco – udite, udite – le redivive Gemelle Kessler e il mago Silvan!! In effetti mio nipote, che è in terza media e proprio in quei giorni doveva svolgere una ricerca sui fossili, prontamente avvertito si è subito sintonizzato su Raiuno. Fra gli altri superospiti, più o meno di dubbio gusto, almeno ci è stato dato di sentir cantare Cat Stevens, ora Yusuf: certo anche lui non è di primo pelo, ma a uno che ha scritto “Father and Son” si perdona tutto. E poi almeno si regge ancora in piedi senza particolari difficoltà! In scena, altro punto dolente, anche Claudio Baglioni e Luciano Ligabue, con un medley di loro successi. Ma perché, mentre altri cantanti di tutto rispetto se la giocano partecipando alla gara, i due succitati vengono invitati in qualità di guest star relegando automaticamente gli altri performers a cantanti di serie B? Ligabue poi cosa c’entrava? Lui che proviene dal Festivalbar? Mistero, come profetizzò Enrico Ruggeri in quel buon Sanremo Baudesco (Pippo: we want you back!) del 1993. Non è andata meglio la serata dedicata ai duetti, dove si è deciso di omaggiare la canzone italiana in generale. Forse, data la sede, sarebbe stato più opportuno omaggiare il Festival e i tantissimi brani che negli anni ne hanno costruito la storia invece che sentire riletto Paolo Conte o “Il mare d’inverno” della Bertè. Oltretutto qualcuno avrebbe dovuto spiegare (sempre a Fazio) che il mondo musicale è andato avanti alla grande anche dopo “Il cielo in una stanza” di Gino Paoli, altra cariatide, o a scelta guest-star ammuffita di turno. Non che si voglia à tutti i costi parlare male del Festival, è proprio che quest’anno - al di là della mancanza di fiori, degli operai contestatori e della scenografia un po’ troppo scura - ha fatto davvero pietà! Alla fine, dicevo, ha vinto Arisa con “Controvento”. E Fazio che, mentre lei la eseguiva, goffamente le si è avvicinato applaudendo a tempo di musica come a voler coinvolgere tutti quanti un una gran festa che purtroppo c’è stata solo nella sua testa. Ma forse se ne è reso conto lui stesso quando ha visto che gli indici di ascolto hanno segnato un crollo di oltre tre milioni di telespettatori.

Cristiano de Andrè, (Genova, 29 dicembre 1962, Capricorno), figlio del compianto Fabrizio (e non come potrebbe sembrare guardandolo di Richard Benson) interpreta "Invisibili", una delle poche vere belle canzoni di quest'anno. La canzone, ingiustamente eliminata dalla serata finale, ha poi conquistato il prestigioso Premio della Critica. 

Nessun commento:

Posta un commento