domenica 27 maggio 2012

DONNA SUMMER WE LOVE YOU

Non poteva che essere nata la notte di San Silvestro, il 31.12.1948 per la precisione, notte in cui ci si appresta a salutare il nuovo anno facendo festa... proprio lei, che ha fatto ballare il mondo intero. Nativa di Boston, LaDonna Andre Gaines lascia l'America nel 1968, sposa Helmut Sommer e viene scritturata nella versione tedesca del musical 'Hair'. Il suo talento viene immediatamente notato da Giorgio Moroder, che le procura un contratto discografico con la leggendaria Casablanca Records; qualche tempo dopo diventa Donna Summer, la cantante che vende 140 milioni di dischi e vince 5 Grammy Awards. A renderla una star* ci ha pensato il classico "Love to love you baby", ammiccante brano del 1975 che lanciò il genere discomusic, cui hanno fatto seguito successi ancora richiestissimi come "I feel love", "Bad Girls" e "Hot Stuff". Insieme a Gloria Gaynor e ai Bee Gees, Donna diventa icona indiscussa di un periodo che passerà alla storia, quello delle discoteche e delle luci sfavillanti fino all'alba, del divertimento sfrenato, dell'emancipazione femminile (e non) attraverso la musica. 

"Hot Stuff", brano emblema di un'intera generazione che l'ha incoronata Regina della Discomusic!

Terminata la collaborazione con Moroder, ormai lanciatissima entra a far parte della scudera di Quincy Jones, uno fra i nomi più influenti della black-music dell'epoca. Questo matrimonio artistico, sancito da un contratto stellare firmato con la Geffen Records, genera canzoni che le permettono di proseguire il suo percorso artistico virando verso una nuova fase della sua carriera, più orientata al funky e al pop. I numeri le danno ragione e brani come "The Wanderer" (1980), "Love is in Control - finger on the trigger (1982) e "She works hard for the money" (1983), macinano records e premi. 

Nel 1980 a spopolare è il brano "The Wanderer".  

Dopo la seconda metà degli anni '80 una presunta querelle (da lei sempre smentita) secondo cui avrebbe criticato il mondo gay la allontana per un po' dalle scene, ma Donna non è mai stata tipa da lasciarsi andare e, in effetti, pezzi come "Dinner with Gershwin" (1987) ma soprattutto "This time I know It's for real", del 1989, la riportano rapidamente in cima alle charts di mezzo pianeta. In seguito la cantante preferirà dedicarsi principalmente al suo ruolo di mamma, non rinunciando però del tutto alla carriera. Fra il 1991 e il 2000 pubblica 3 dischi: "Mistaken Identity", il delizioso album natalizio "Christmas Spirit" e "I'm a  Rainbow".

Il famoso trio di produttori Stock-Aitken-Waterman, che ha dettato legge negli anni '80/'90,
ha rilanciato Donna Summer attraverso la mega-hit "This time I know it's for Real" (1989).

Nel 2008 esce l'album "Crayons", nel quale Donna cerca di raccontarsi in maniera più personale senza abbandonare il ritmo. Questo disco, accolto benevolmente dalla critica ma un po' più tiepidamente dal pubblico, contiene fra gli altri un brano autobiografico in cui la cantante prova a descrivere le fasi più difficili della sua esistenza. La canzone, "Be myself Again", sebbene non baciata dal successo commerciale, per la grande intensità entra di diritto fra le sue più rappresentative e in effetti, quando la porta in tour, raccoglie ovunque lusinghieri consensi.

Dall'album "Crayons", portato in giro per il mondo attraverso il suo tour del 2008 (qui in una tappa di Parigi),
vale la pena di ascoltare l'autobiografica "Be myself Again". 

In tempi recenti, con il mercato discografico inesorabilmente votato alla miriade di starlettes senza arte nè parte che vi gravitano, Donna Summer ha continuato a scrivere la sua musica, sempre esibendosi in spettacoli di notevole livello per la gioia di quei tanti fan delle cui notti danzanti ha superlativamente scritto la colonna sonora. Nel 2010, qualche anno dopo essere entrata nella Dance Music Hall of Fame insieme ai Bee Gees e a Barry White, torna in vetta alle Billboard Charts con il brano "To Paris with Love" (http://youtu.be/tGoZNmtlOt0) quindi, insieme ad alcuni fra i più grandi nomi dello showbiz made in USA, partecipa al mini-concert David Foster & Friends, snocciolando con professione e scioltezza alcuni suoi pezzi per poi colloquiare simpaticamente con il pubblico e quindi lanciarsi in un duetto con il cantante nigeriano Seal, interpretando il più grande successo di lui, "Crazy": roba da far venire i brividi. Sgomento e grande tristezza un po' ovunque quando, lo scorso 17 maggio, si sparge la notizia della sua scomparsa. Eppure, proprio vedendo questa spettacolare esibizione e ripensando alle sue tante canzoni, l'impressione preponderante (e rassicurante) è che nemmeno la morte riuscirà mai ad oscurare la portentosa energia scaturita dall'artista Donna Summer. E se è vero che in Paradiso ci sono le discoteche, già sembra di sentire in lontananza gli echi di uno Studio 54 dal quale provengono le grida di gioia di chi sta ballando fino all'alba... sulle note di "Hot Stuff", ovviamente!

 
Donna Summer interpreta "Unbreak my heart" di Tony Braxton  e, in seguito,
con il collega Seal si cimenta nel successo di lui "Crazy".

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