Da ragazzo ho quasi sempre attinto alla musica-divertimento per emozionarmi, fuggendo l'impegno talvolta logorroico dei grandi cantautori. Fra un balletto sulle note di "Spacer" by Sheyla & B. Devotion e "Olimpic Games" di Miguel Bosè, il primo vero cantautore al quale istintivamente mi sono avvicinato è stato Lucio Dalla. La canzone, sentita in radio un tardo pomeriggio, era "L'anno che verrà" e quelle parole, così dense di significato, fecero subito breccia nel mio cuore. Qualche tempo dopo fu l'intimismo di un pezzo storico come "Futura" a darmi i brividi perciò, un po' anche grazie a Dalla, mi resi conto che oltre ad un mondo musicale spensierato e gioioso ne esisteva uno parallelo ed insospettabilmente non meno importante, fatto di riflessioni e di pensiero. Devo dire che con il passare del tempo ho ahimè coltivato maggiormente questo secondo 'mondo': vuoi le esperienze fatte, vuoi che si cresce, chi lo sa... Ad ogni modo il percorso musicale di Lucio Dalla mi ha sempre interessato pur ammettendo che, parere assolutamente personale, spesso non ho ritrovato più nei suoi pezzi quello slancio di cui sopra. Nel 1985, tratto da "Bugie", fui conquistato da "Se io fossi un angelo", brano-'denuncia' molto in linea con il clima di tensione social-politica che si respirava all'epoca; più in là a colpire nel segno furono altri due pezzi a dir poco epici: la toccante "Caruso" e la divertente "Attenti al lupo", alle quali va il merito di aver riportato il nome di Dalla prepotentemente in auge. In seguito la stella* di Lucio, anche se ora che è morto tutti sembrano volersene dimenticare, si era un po 'offuscata': i suoi ultimi dischi erano andati commercialmente parlando piuttosto male e nel giro non lo si considerava più un nome di grande rilievo. Evidentemente, com'è comprensibile, deve averci sofferto parecchio ma, al solito, ci ha pensato la morte a 'riabilitare' i momenti bui di una carriera comunque straordinaria. Peccato solo che forse non abbia potuto rendersi conto fino in fondo di quanto le sue più belle canzoni siano parte integrante del nostro DNA: un DNA globale che ci accomuna tutti quanti, poichè dubito che vi siano persone alle quali - attraverso un pezzo piuttosto che un altro - Lucio Dalla non sia in qualche modo arrivato. D'altro canto, pensandoci bene, fra i cosiddetti 'cantautori impegnati' lui più di tutti aveva il dono di saper comunicare in modo semplice, simpatico ed immediato (in tal senso basti pensare a brani come "Canzone" oppure alla già citata "Attenti al lupo", che addirittura gli era stata passata dal collega Ron e della quale aveva sùbito intuito il grande potenziale). Personalmente, proprio quando credevo che le sensazioni di "Futura" o "L'anno che verrà" appartenessero ormai al passato, ebbi la sorpresa di ritrovarle meravigliosamente intatte nel brano "Quasi Amore", che la sua storica corista Iskra presentò al Festival di Sanremo 2009 e che ad un certo punto recita così: -"Dov'è? L'Amore vero se c'è, quello come il Cielo... dov'è che parto, parto per cercarlo... per portarlo via con me, da te...".- http://youtu.be/U96ASwIELNU. Mentre lo sentivo, sapendo che era stato lui ad averglielo scritto, un brivido di commozione mi scese lungo la schiena: era ancora fortissimamente lo stesso Lucio Dalla che mi aveva catapultato in quel mondo fatto di riflessioni e di pensiero del quale parlavo all'inizio del post. Così oggi, mentre mi accingo a riporre nel cassetto l'ultima copertina che TV Sorrisi & Canzoni gli ha dedicato e che conserverò come un raro cimelio, il cuore mi fa particolarmente male: forse sarà perchè, insieme a Lucio Dalla, in fondo ad essersene andata è anche una piccola parte di noi... dei nostri sogni, della nostra gioventù, della nostra meravigliosa Vita.
Bello questo personale ricordo. "Caruso" è probabilmente la mia preferita.
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