Alcuni dei talentuosi partecipanti della primissima edizione di "Saranno Famosi", poi divenuto "Amici"
per motivi di diritti d'autore. Tutti i giovani si presentavano per una materia, per esempio 'canto',
ma durante l' "anno scolastico" venivano istruiti anche in altri settori: danza, recitazione, musical.
ma durante l' "anno scolastico" venivano istruiti anche in altri settori: danza, recitazione, musical.
Al termine del programma un alunno considerato valido sapeva distinguersi in tutte le discipline.
Al centro l'ideatrice e conduttrice del programma: Maria de Filippi (50 anni).
Al centro l'ideatrice e conduttrice del programma: Maria de Filippi (50 anni).
C'era una volta "Saranno Famosi", poi divenuto "Amici" per motivi di Copyright. Da questo programma, ai suoi esordi intelligentemente lontano dalle polemiche e dai contenuti da salotto di terz'ordine che avrebbero preso il sopravvento nelle edizioni a venire, uscirono ragazzi straordinariamente dotati: Valeria Monetti, duttile attrice in grado di cantare canzoni nella medesima tonalità di Mina, ora acclamata nei suoi spettacoli teatrali; Leon Cino, ballerino di valore che per alcune stagioni ha gravitato nel programma come professionista; Ambeta Toromani, leggiadra e a sua volta validissima dancer di classica pure ripetutamente confermata nel cast della trasmissione; Karima (Ammar), cantante di spessore ripresa in gara questa stagione nonchè artista capace con la sua voce di impressionare persino Burt Bacharach ma puntualmente perdente contro altri giovani che con il talento non c'entrano granchè. Quest'anno poi si sono toccati livelli davvero imbarazzanti: la finta-cattiva 'professoressa' di danza Alessandra Celentano (per la verità ci gioca a fare la severa ma pretende più che altro un'auspicabile professionalità), aveva nella sua schuderia una ballerina, tale Francesca Dugarte, nata in Venezuela ed effettivamente dotata di un certo talento; fra i ragazzi invece i professori si sono prodigati per far esibire al meglio elementi poco dotati, o comunque con parecchie lacune, quali Nunzio Perricone, Jonathan Gerlo e il meno peggio, il diciannovenne vincitore Giuseppe Giofrè, che ha fatto salire alle stelle i battiti cardiaci del professore Garrison Rochelle e che, in finale con la succitata Francesca, essendo effettivamente di bella presenza ha conquistato i voti di tutte le ragazzine che seguono il programma. Ma ci sono altri spunti su cui vale la pena di riflettere: per prima cosa, passando per un attimo ai cosiddetti 'big' (i ragazzi usciti da "Amici" che hanno già raggiunto il successo), lo sconcerto di scorgere una superospite come Sharon Stone che piange davanti ad un'esibizione della pur vocalmente dotata Alessandra Amoroso; reazione che sostanzialmente può voler dire due cose. Uno: la Stone attraversa un periodo di depressione talmente forte che il solo cinguettìo di un passero le fa versare fiumi di lacrime. Due: nessuno - membri dell'Academy Awards inclusi - si è ancora reso conto che in realtà la Diva americana è la più grande attrice di tutti i tempi. Ad ogni modo e al di là di questo, vedere la mitica Arena di Verona in esaltazione per il nulla, o poco più, è stato quasi un 'dolore'. Quel palco che, attraverso lo storico Festivalbar, ha visto avvicendarsi i più grandi cantanti italiani e stranieri di sempre, ridotto a fare da sede per l'epilogo di un mix fra contenitore, reality di basso ordine e 'bimbiminkia' agguerriti che pensano di essere delle star planetarie. E Maria, padrona di casa un tempo deliziosamente timida, si lancia ora in improbabili passi di danza, canta, mette in scena il triangolo dell'anno fra la cantante Emma Marrone, quella cannocchia di Belen Rodriguez e il ballerino Stefano Di Martino e in più, come se tutto questo già non bastasse, durante le puntate finali chiama parenti e giornalisti ad elencare le innumerevoli doti dei suoi pargoli da che hanno emesso il primo vagito ai giorni attuali. Si scopre così, parola di una decina fra i più quotati critici musicali accreditati alle migliori testate con tanto di bigliettino di appunti alla mano, che Pierdavide Carone è il più grande cantautore italiano degli ultimi periodi... certo, non che ci si limiti a dire che il ragazzo ha della stoffa: è proprio il più grande! E lui, modesto, si lancia in una reinterpretazione di "Another brick in the Wall" dei Pink Floyd. Per non parlare di Valerio Scanu, tanto presuntuoso da parlare di manager come se fosse Madonna e battibeccare in diretta con il sempre mitico Mauro Coruzzi-Platinette, reo di avergli detto che in fin dei conti il suo disco andrebbe più che altro lanciato dalla finestra: cose da film horror o giù di lì. La spocchia poi di un'Emma Marrone ormai eroina nazionale che si lancia in considerazioni da donna vissuta scagliando anatemi contro la rivale Rodriguez o di Alessandra Amoroso, poco prima elogiata per la sua incommensurabile umiltà, agghindata invece durante l'esibizione come se avesse dovuto presentarsi alla Cerimonia degli Oscars è tutto dire. Meglio, e alcuni critici almeno questo lo hanno capito, chi ancora mantiene i piedi un po' per terra, alias Annalisa Scarrone. Ad ogni modo, e questa è la cosa che conta, i giovani comprano i loro dischi, quelli del simpatico Marca Carta e di Emma in primis. Tutti gli albums dei protagonisti sono in classifica e Mediaset non fa che sottolinearlo ossessivamente. Peccato però nessuno sottolinei come invece la compilation di quest'anno, se non avesse avuto il traino delle canzoni proposte dai ragazzi cosiddetti "big", sarebbe rimasta in gran parte a far polvere sugli scaffali dei negozi (o sul sito I-tunes da dove viene scaricata). Segno che il talento in questa edizione del programma non è mai stato molto di casa. Certo, perchè fra i 'pulcini', quelli che cioè big ancora non lo sono, non ce n'era uno, neanche uno che avesse davvero la capacità di bucare in qualche modo lo schermo. Tale Carlo, per sua stessa ammissione cresciuto a pane e Whitney Houston, ha la voce calda ma manca totalmente di presenza scenica; Ottavio, suo antagonista per il titolo di vincitore, ha un timbro possente ma è ben poco personale mentre Gerardo, il vincitore effettivo nonchè pupillo della talent-scout (?) Mara Maionchi, ha messo tutti d'accordo, nel senso che non avrebbe dovuto vincere il programma! Con che criterio Rudy Zerbi, la stessa Maionchi e Grazia Di Michele abbiano scelto questi ragazzi non è lecito saperlo ma, ascoltandoli, c'è davvero da sperare che nessuno diventi un nome influente del panorama musicale italiano poichè se passa ancora questo tipo di messaggio, per la musica, per gli artisti veri che ci provano seriamente e che hanno del talento effettivo, sarebbe una grossa mazzata. Maria de Filippi ha recentemente dichiarato di soffrire di ‘ansia da risultato’, nel senso che si agita per i numeri dei suoi programmi che vuol vedere sempre primeggiare. Beh, per quanto concerne “Amici” un consiglio per risolvere il problema alla radice sorge spontaneo: basta concluderlo una volta per tutte! Così la signora si risparmia i tormenti degli indici di ascolto e noi tutti possiamo sospendere l'assunzione di antiemetici. Scherzi a parte, sarà senz'altro stata sollevata dall'aver nuovamente segnato uno share di tutto rispetto durante le due serate finali trasmesse da Verona, ma qualcuno dovrebbe renderla attenta sul fatto che un motivo d'ansia, per chi tanto spesso utilizza il termine talento, potrebbe essere rappresentato dal fatto di aver proposto uno spettacolo pessimo, una sagra del kitsch spesso melensa e dall'oggettivamente esiguo valore artistico. Questo dovrebbe infastidirla! Ma purtroppo è ormai più che palese che l'intenzione con cui viene confezionato il 'talent' è a questo punto ben diversa da quella che animava lo staff ai tempi degli esordi. La de Filippi, da donna intelligente qual'è, di sicuro lo ha notato, ma evidentemente le fa comodo co$ì.
La mitica Arena di Verona, fino a qualche anno fa storica location del mitico Festivalbar,
ora cornice della finale della trasmissione Mediaset.