venerdì 1 marzo 2013

FESTIVAL DI SANREMO 2013


Luciana Littizzetto (Torino, 29 ottobre 1964, Scorpione) e Fabio Fazio (Savona, 30 novembre 1964, Sagittario),
già collaudata coppia di Raitre in "Che tempo che fa", hanno confermato il buon affiatamento anche alla
conduzione dell'evento musicale italiano per eccellenza.
Contrariamente a quanto mi sarei aspettato, quest'ultimo festival di Sanremo è stato uno di quelli di cui effettivamente ci si ricorderà, se non altro per la conduzione di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. La strampalata coppia è infatti riuscita a mettere in piedi una manifestazione che potenzialmente aveva diversi punti di forza, primo fra i quali il fatto di poter presentare due canzoni per artista, una delle quali avrebbe poi avuto accesso alla finale. Pure valida la trovata di dedicare spazio ad alcuni mostri sacri del Festival, dicasi Toto Cutugno, Albano (per la verità di lui avremmo fatto volentieri a meno) e i Ricchi e Poveri, poi non intervenuti per l'improvvisa quanto sconcertante dipartita de giovanissimo figlio di Franco Gatti. Ad ogni modo Cutugno in particolare, ripresentando dopo 30 anni "L'italiano", ha ben reso l'idea della potenza di Sanremo: una gara dove le canzoni che riescono a sfondare entrano di diritto nell'immaginario musicale collettivo, diventando automaticamente degli evergreen. Peccato però che fra i brani presentati in questa edizione non ci sarà l'erede di tale pezzo, anche se abbiamo comunque ascoltato qualche discreta canzone, a partire dal vincitore Marco Mengoni, con "L'essenziale", passando per quanto proposto da Raphael Gualazzi, Max Gazzé, Maria Nazionale, Almamegretta. Per quanto concerne i risultati, un motivo di disappunto potrebbe essere invece rappresentato dalle giurie cosiddette 'di qualità', dove il voto di elementi come Eleonora Abbagnato rischia di avere un peso eccessivo, ma questo è il gioco del Festival: se vota il pubblico da casa i critici non sono contenti, se c'è la giuria di qualità non è contento il pubblico a casa, e se si trova l'escamotage di bilanciare il voto di entrambe le categorie, com'è accaduto quest'anno, finisce che a non essere contenta è quella fetta di gente che di musica ne capisce davvero qualcosa. Ma torniamo per un attimo alla trovata di far cantare due canzoni ad ogni artista in gara: nella maggior parte dei casi è curioso notare che a passare il turno (una delle due canzoni veniva infatti eliminata dopo un primo ascolto), sia stato proprio il pezzo più valido; solo per gli Almamegretta (con un bel brano dei Tiromancino) e per Annalisa il risultato andava assolutamente sovvertito. Pure buona cosa che l'autorevolezza di un nome fra gli autori non abbia automaticamente imposto il passaggio del brano, nel senso che al pezzo del compianto Lelio Luttazzi per Simona Molinari, piuttosto che a quello di Gianna Nannini per Marco Mengoni, sono state preferite le altre canzoni, decisamente più belle; nel caso di Mengoni poi, non c'era proprio storia: il brano presentato era ed è cento volte meglio. E infatti ha meritatamente vinto, grazie anche all'interpretazione ad effetto dell'affascinante e talentuoso Marco, che ha sfoggiato voce ed eleganza impeccabili incantando praticamente tutti, tranne i soliti detrattori che lo hanno ingiustamente bollato come cantante da reality e quindi automaticamente votato dalle ragazzine; niente di più sbagliato, anche per il fatto che Mengoni è uscito da "X-Factor", dove trionfò, da ormai quasi tre anni. Ma è troppo difficile per i soliti giornalisti che ormai fanno muffa all'Ariston dai tempi antichi dire che stavolta ha vinto il più meritevole: loro, quelli da cui il Festival dovrebbe davvero svecchiarsi, tifavano in massa Elio e le Storie Tese, tanto da fargli vincere l'ambito premio della Critica. Per carità, Elio è simpatico, ma le sue canzoni non aggiungeranno mai nulla al mercato, voglio dire: benché gli Elii siano ottimi musicisti, non è da dei pagliacci come loro che nascerà la canzone destinata a diventare uno degli evergreen sanremesi citati all'inizio del post! E sempre a proposito di evergreen: una menzione speciale la merita la bella serata del venerdì, dedicata alle canzoni ed ai personaggi che hanno fatto la storia del Festival; da "Almeno tu nell'universo" di Mia Martini, per l'occasione ricantata neanche così eccezionalmente dalla novella Chiara Galiazzo, fino ad arrivare agli stessi Elio e le Storie Tese i quali, con l'ausilio di Rocco Siffredi (sì, proprio lui), hanno riproposto "Un bacio piccolissimo". Bene anche Marta sui Tubi, con la sempre incantevole ex-Matia Bazar Antonella Ruggiero, esibitisi in "Nessuno" e gli Almamegretta, in una riuscitissima quanto coinvolgente versione reggae de "Il ragazzo della via Gluck" di Celentano. Uno spettacolo godibilissimo, e quando è arrivato il turno di rivedere i 'figli d'arte' che maldestramente presentarono l'edizione del 1989, i veri appassionati di Sanremo non hanno potuto che provare una grossa nostalgia: in quell'edizione, vinta da Oxa/Leali con "Ti lascerò", passarono infatti pezzi come "Cosa resterà degli anni '80" di Raf, "Canzoni" di Mietta, la succitata "Almeno tu nell'Universo" di Mia Martini, "Non finisce così" di Riccardo Fogli, "Rifarsi una vita" di Sergio Caputo, "Le ragazze come me" dei Meccano, "Il poeta" di Marina Arcangeli... insomma: tanti di quei gioielli musicali che a definire Festival della canzone quello di adesso ci sarebbe di che vergognarsi! Simpatico ed azzeccato comunque, come si diceva, il connubio Littizzetto-Fazio: lui in particolare quando si è lasciato andare a qualche riuscita imitazione, abbandonando per un attimo la compostezza che è solita contraddistinguerlo, lei quando ha avuto modo di fare battute non antecedentemente preparate. E a 'benedire' la loro conduzione, sul prestigioso palco, anche uno 'stinto' Pippone nazionale che in quanto a favella è più arzillo che mai! I soliti ospiti illustri hanno a loro volta salutato la marea di telespettatori che ha sancito il trionfo di quest'edizione (si parla di uno share con punte vicine al 50% per circa 13'000'000 di contatti): l'ormai internazionale Andrea Bocelli, la giovanissima pianista inglese Birdy, Asaf Avidan, lo sportivo di turno e persino l'ex première dame Carla Bruni, ormai tirata come un pollo allo spiedo. Se nei big ha trionfato Marco Mengoni, fra i giovani - che al solito si sono esibiti a tarda ora -  la vittoria è andata ad Antonio Maggio, con la cabarettistica "Mi servirebbe sapere"; tutto sommato era giusto così, ma non si possono non citare i brani "Le parole non servono più", de Il Cile (il cui testo è stato premiato come il migliore dell'interna Manifestazione) e/o quello di Andrea Nardinocchi, "Storia impossibile", non fosse altro che per l'ottima e modernissima struttura musicale. E sempre a proposito di 'moderno', in fin dei conti questo è l'aggettivo più indicato per descrivere l'edizione appena conclusasi: anche se forse fra gli artisti sono mancati i grandi nomi e le canzoni destinate a passare alla storia appartengono ad altre edizioni, lo spettacolo offerto è piaciuto un po' a tutti, giovani inclusi, e l'epilogo della gara è più che mai confermato dalla vendite dei dischi, visto che Marco Mengoni svetta primo nelle classifiche i-Tunes da ormai 15 giorni! Un ultimo appunto, che però ricorre già da qualche anno a questa parte: la stellare scenografia, pur elegantissima, mancava un po' di luce mentre sul palco, benché si fosse a Sanremo, non si sono visti i bei fiori che da sempre rappresentano il simbolo di questa città, e di conseguenza dell'adorato Festival!

La bella canzone "L'essenziale" di Marco Mengoni (Ronciglione, VI, 25 dicembre 1988, Capricorno),
trionfatrice assoluta di questa 63.ma edizione del Festival.


Almamegretta Mamma non lo sa - 6
Annalisa Scarrone Scintille - 4
Chiara Galiazzo Il futuro che sarà - 4
Daniele Silvestri  A bocca chiusa -
Elio e le storie tese La canzone mononota  -
Malika Ayane E se poi -
Marco Mengoni L'essenziale - 8
Maria Nazionale E' colpa mia  - 6
Marta sui tubi Vorrei - 5.5
Max Gazzè Sotto casa - 6
Modà Se si potesse non morire - 5
Raphael Gualazzi Sai (ci basta un sogno) - 7
Simona Molinari con Peter Cincotti La felicità - 5
Simone Cristicchi La prima volta (che sono morto) - 2