venerdì 22 luglio 2011

"FORREST GUMP" 17 anni dopo...

Il trailer italiano del film di Robert Zemeckis

"Forrest Gump" di Robert Zemeckis è sicuramente uno di quei films che quasi tutti hanno visto, una pellicola che lascia il segno e non si dimentica facilmente. È stato un successo stratosferico, con entrate di quasi 700 milioni di dollari, tanto da risultare uno dei 50 films con il maggior incasso di tutti i tempi. Inutile dire che ha fatto incetta di Oscars, portandosene a casa ben 6, fra cui quello per il miglior film, regia ed attore protagonista (Tom Hanks).  Sembra impossibile siano già passati 17 anni dalla sua uscita, eppure è così. Recentemente mi è capitato di rivederlo con la stessa emozione di allora anzi, oserei dire che l'ho apprezzato ancora di più. In effetti, oltre a raccontare in modo garbato e poetico un meraviglioso spaccato dell'America di ieri con lo stesso Forrest che parla di Elvis, dell'omicidio Kennedy e ancora, grazie ad una tecnologia all'epoca più che mai innovativa, addirittura "incontra" John Lennon piuttosto che il presidente Nixon, questa straordinaria pellicola lancia un prezioso messaggio-insegnamento che dovrebbe far riflettere sulla labilità del concetto di "normale", in una Società che già catalogava le persone in base al quoziente intellettivo ignorando come invece, neanche tanto raramente, ingenuità e volontà - meglio ancora se coadiuvate da un pizzico di fortuna - siano qualità altrettanto valide. Meravigliosa la Colonna Sonora: si passa dal rock di Elvis Presley e dei Doors, all'intimismo di Simon & Garfunkel, senza dimenticare Jimi Hendrix, i Beach Boys, Aretha Franklin... insomma: il meglio che si possa pretendere per rievocare l'atmosfera di quel periodo. Sublime la musica portante scritta dal compositore Alan Silvestri, che si colloca senza dubbio fra le migliori e più emozionanti mai sentite. Il cast del film è composto da quel Tom Hanks che forse più di ogni altro attore (prova ne siano gli Oscar vinti in carriera, uno dei quali proprio per il ruolo di Forrest) riesce a spaziare dal comico al drammatico con straordinaria naturalezza; insieme a lui un impagabile Gary Sinise nell'intensa parte del tenente Dan, reduce di guerra che ha perso entrambi gli arti inferiori nei combattimenti in Vietman. Con loro, fra gli altri, una 'veterana' come Sally Field nel ruolo della mamma di Forrest e la bellissima Robin Wright in quello dell'amore di sempre: Jenny. Le scene più rappresentative e che maggiormente fanno riflettere, oltre che commuovere, sono infinite, ma vorrei soffermarmi su quelle che personalmente ritengo imperdibili, tralasciandone alcune - sicuramente di grande effetto - che però, a mio giudizio, sono forse un po' troppo "hollywoodiane": quella di Jenny che sente il discorso del reduce Forrest e corre ad abbracciarlo fra uno scroscio di applausi, per esempio. Anche lievemente 'forzata' (a livello di dialogo) una Jenny morente che si rammarica di non essere stata fisicamente insieme a Forrest mentre viveva le sue "avventure"... e lui, tenerissimo, le risponde che in realtà 'lei c'era'. Decisamente da pelle d'oca è invece il primo incontro tra i due, sull'autobus, con lei che gli tende una mano mentre gli altri ragazzini, nel vederlo con delle grucce, lo scansano e lo discriminano crudelmente. Altra scena importante, e abbastanza straziante, quella in cui Jenny, vittima delle violenze di un padre sempre ubriaco, corre con l'amico in mezzo ad un prato e prega Dio di trasformarla in un uccellino, così da potersene volare via da quella situazione tanto angosciante. Di grande impatto anche le scene durante le quali il tenente Dan, durante un Capodanno trascorso con Forrest, porta a casa due prostitute che poi caccia in malomodo dopo che una di esse si prende gioco di Gump dandogli del ritardato; oppure ancora quando lo ringrazia per avergli salvato la vita (durante la Guerra del Vietman, Forrest portò il salvo il Tenente benché egli, resosi conto di non avere più le gambe, non lo volesse affatto). Deliziosamente romantico è invece il momento in cui Jenny chiede a Forrest quale sia il motivo per cui la segua di continuo quindi, nel sentirsi rispondere che lo fa perchè 'è la sua ragazza', si intenerisce e capendo quanto forte, straordinario ed unico sia il legame che li lega, non solo conferma, ma ribadisce che in un certo senso effettivamente 'lo è e lo sarà per sempre'. E ancora Jenny è la protagonista di due highlights molto significativi: quello in cui pensa al suicidio salendo sul cornicione del terrazzo di un albergo quando, dopo un festino di Capodanno a base di sesso e droga, si rende conto di come la sua esistenza stia ineluttabilmente sbandando e soprattutto quello in cui, passando di fronte alla casa dove visse col violento padre, sfoga tutta la sua rabbia prendendola a sassate poichè conscia del fatto che quanto subito da bambina l'abbia indelebilmente segnata, condizionando poi tutto il suo cammino. Fra le cose migliori aggiungerei inoltre la scena della morte della mamma di Forrest, che rassegnata e tutto sommato serena trova lo slancio di rincuorare il figlio sussurrandogli quello che diventerà il leitmotif del film, e cioè che dopotutto "la vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita". Ma a colpirmi più di ogni altra è stata comunque la scena in cui Forrest, quasi sul finale, scopre di avere un figlio dalla sua Jenny e, dopo lo schock iniziale, le chiede se il bambino sia o meno intelligente, con lo sgomento dipinto in volto: l'ho trovata impareggiabile per il semplice fatto che descrive con sensibilità, poesia ed altruismo cosa abbia significato per Forrest non esserlo agli occhi degli altri, calvario che assolutamente non auspica per il proprio fanciullo. E per finire come non citare la piuma bianca che apre e chiude il film, delicatamente sospinta, forse a caso o forse no, da una brezza di vento che magari nient'altro è che il nostro destino. Indubbiamente, per tutte queste ragioni ed altre ancora, Forrest Gump si colloca come uno dei film più belli della storia del Cinema per contenuto, interpretazione, colonna sonora ed effetti speciali. Quando si dice un vero capolavoro...

Il tema portante della Colonna Sonora, magistralmente musicata da Alan Silvestri

 
"San Francisco" di Scott McKenzie è solo una delle canzoni che fanno parte di un doppio CD
 uscito in contemporanea con il film.

Gary Sinise nei panni del tenente Dan, la cui interpretazione gli è valsa una nomination all'Oscar in qualità di miglior attore non protagonista; la prestigiosa statuetta è tuttavia stata conferita a Martin Laudau per il suo ruolo in "Ed Wood".